Per colore di un minerale, si intende sempre
il colore che si osserva in luce naturale ed è determinato dal tipo di interazione tra
luce e minerale che ne risulta colpito, in particolare è funzione dell' assorbimento
delle lunghezze d'onda che attraversano la pietra.
Un minerale risulterà incolore (quando trasmette tutte le lunghezze d'onda), bianco
(quando le riflette tutte), nero (quando le assorbe tutte).
I diversi tipi di colori sono il risultato di tre cause di colorazione principali:
1) elementi chimici (Fig. 1) - alcuni elementi chimici, entrando in piccole
percentuali nella struttura cristallina, hanno la capacità di agire sul colore di una
gemma; tali elementi (Ti, V, Fe, Cr, Co, Mn, Ni) sono detti cromofori o elementi di
transizione. Se un cromoforo entra nella formula chimica di un minerale (ad es. Mn in
rodocroisite, MnCO3), tale minerale si dice idiocromatico (è sempre dello stesso colore),
altrimenti è allocromatico (può cambiare colore a seconda del cromoforo che entra nel
reticolo a livello di impurezza, ad es. il berillo assume colorazioni diverse, come
mostrato in figura).
2) difetti reticolari (Fig. 2) - si possono creare all'interno delle strutture
cristalline alcuni difetti puntuali come (a) degli atomi o ioni interstiziali, (b) delle
buche elettroniche (formatesi per riscaldamento o per irraggiamento), (c) degli atomi che
sostituiscono quelli originari avendo però un raggio diverso. Questi difetti reticolari
possono far variare la capacità di una pietra di assorbire la luce; ciò causa variazioni
cromatiche anche nell'ambito di una stessa specie mineralogica.
3) inclusioni (Fig. 3) - ci sono alcuni minerali incolori che assumono una
colorazione a causa delle numerose inclusioni di altre specie mineralogiche (ad es. il
quarzo varietà avventurina, che è verde, si colora a causa delle inclusioni di mica).
Il colore di un minerale è molto importante poiché è un primo indice della purezza,
inoltre in alcuni casi è anche un elemento diagnostico per il riconoscimento di un
minerale. |
Figura 1 |
Figura 2 |
Figura 3 |
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